Ce volume réunit les actes d'un colloque international sur les commentaires des textes poétiques durant la Renaissance, tenu à Genève en mai 2008 sous les auspices de la Faculté des Lettres et de la “Fondation Barbier-Mueller pour l'étude de la poésie italienne de la Renaissance”. Si une vingtaine d'auteurs, issus de diverses traditions académiques et culturelles, ont jugé utile de s'interroger sur les modalités et les contenus d'une telle pratique à cette époque, c'est que le thème de la lecture comme “construction du sens”, privilégié par les contributeurs, demandait encore à être approfondi. Comment lisait-on à la Renaissance ? Que recherchait-on dans les textes de poésie, sous quelles formes étaient-ils restitués ? Quel rapport peut-on entrevoir entre le poète et son lecteur, quel pacte intellectuel relie la poésie à son public ? Ou encore, pour suivre le grand lecteur que fut Pétrarque, quels chemins mènent au plaisir que toute lecture semble promettre ? Lector, intende, letaberis (« lecteur, comprends et tu éprouveras du plaisir »), recommandait Pétrarque sur les traces d'Apulée au début de ses Lettres familières. Cette invitation, qui résonne comme un impératif moral, s'adresse encore à nous.
Questo libro riunisce gli Atti del Convegno internazionale sul commento al testo poetico nel Rinascimento, svoltosi nel maggio 2008 sotto gli auspici dell'Unità di Italiano dell'Università di Ginevra e della "Fondation Barbier-Mueller pour l'étude de la poésie italienne de la Renaissance". Una ventina di studiosi, provenienti da orizzonti e tradizioni diversi, si sono interrogati su modalità e contenuti della 'lettura', una pratica il cui interesse appare, anche dopo i numerosi studi e convegni che le sono stati dedicati, lungi dall'essere esaurito. Sono qui affrontate forme diverse di 'accesso' al testo poetico, come il commento (nella sua varia morfologia), la lezione accademica, la glossa (d'autore o editoriale), gli apparati paratestuali o altri modi della fortuna critica e letteraria, tenute insieme tuttavia da una idea comune di 'lettura' come "costruzione di senso". Come leggevano gli uomini e le donne del Rinascimento? Cosa cercavano nei testi di poesia e in quali forme ne restituivano la comprensione ? Quali rapporti univano il lettore al suo testo, quale patto intellettuale legava la poesia al suo pubblico? O ancora, pensando a quel gran lettore che fu Petrarca: quali le vie che portano al piacere del testo, che ogni lettura sembra sottintendere ? "Lector, intende, letaberis" raccomanda Petrarca all'inizio delle sue Familiares, sulla scorta di Apuleio ("lettore, capisci, e proverai piacere"): e l'invito ancora suona come un imperativo morale per il lettore moderno di poesia.
Introduzione
Lina Bolzoni, « Il commento attraverso le immagini: poesie e ritratti » ;
Maria Antonietta Terzoli, « Le dediche nei libri di poesia del Cinquecento italiano » ;
Simone Albonico, « Osservazioni sul commento di Vellutello a Petrarca » ;
Victoria Kirkham, « Petrarca, Rvf 71-73: la « sorellanza » lirica nella tradizione dei testi e commenti da Bembo a Tasso » ;
Alberto Roncaccia, « Castelvetro lettore di Petrarca » ;
Laura Paolino, « Un ‘‘assai copioso commentari’’» ;
Andrea Donnini, « Bembo esegeta e revisore » ;
Monica Bianco, « Il canzoniere postumo come vita filosofica » ;
Paolo Procaccioli, « Goliardi in cathedra » ;
Danilo Romei, « Ricezione della poesia del Cinquecento: la ‘fortuna editoriale’’ » ;
Chiara Lastraioli, « Commentar grossamente e per burla » ;
Eugenio Refini, « ‘‘Come il Petrarca fa molte volte’’ » ;
Virginia Cox, « Un microgenere senese: il commento paradossale » ;
Teresa Chevrolet, «Sous le voilement des vers étranges » ou la philosophie en chantier » ;
Roberto Leporatti, Girolamo Benivieni tra il commento di Pico della Mirandola e l’autocommento » ;
Vercingetorige Martignone, Esemplarità e distacco: l’autoesegesi tassiana alle rime d’amore » ;
Matteo Residori, « Leggere Tasso a Siena » ;
Maurizio Perugi, « ‘‘Sepolta nella mia anima’’ » ;
Mikaël Romanato, « Indicatori di lettura a stampa nelle edizioni di po